past. Nicola Caponio – studio biblico del 26/01/2023

Un piacere del credente è donarsi e donare la propria vita al servizio del Signore. La Parola di Dio, presenta meravigliosi e insostituibili privilegi che tutti i credenti hanno come risultato ed effetto della grazia di Dio e della propria appartenenza filiale con il Signore. Giov. 1:12-16 “ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome; 13 i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio. 14 E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre. 15 Giovanni gli ha reso testimonianza, esclamando: «Era di lui che io dicevo: “Colui che viene dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me. 16 Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia”».


Dio ci insegna a sostenere innanzitutto la propria Chiesa affinché essa possa avere i mezzi necessari per l’annuncio dell’Evangelo e delle missioni. Inoltre ci invita a non chiudere il cuore alle necessità dei nostri fratelli che sono nel bisogno. La forza straordinaria della grazia di Dio, in noi, è manifestata, tra le altre virtù, nella generosità, aldilà dello stato economico benestante o meno, si tratta di amore per Dio e per l’opera Sua 2°Cor. 8:1-16. Perciò il Signore Gesù attesta che la generosità del cristiano è visibilmente evidente quando dona perché è felice nel farlo Atti 20:35 “In ogni cosa vi ho mostrato ch’egli è con l’affaticarsi così, che bisogna venire in aiuto ai deboli, e ricordarsi delle parole del Signor Gesù, il quale disse egli stesso: Più felice cosa è il dare che il ricevere”.


Il credente vive con il costante desiderio di offrirsi interamente al Signore – Rom. 12:1 “lo vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio; il che è il vostro culto spirituale”. Il cambiamento generato dallo Spirito Santo abbraccia tutti gli aspetti della vita cristiana, interiori ed esteriori Efes. 5:5 “Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio”. Certamente nessuno di noi con le proprie forze è in grado di cambiare sé stesso, o certi aspetti della vita che ancora ci legano, alla vecchia natura. Per questo il credente, si affida al Signore, che è capace di prepararlo per fare ogni opera buona (2Ti 3:16-17).
Il credente vive con il costante desiderio di servire Dio – Servire il Signore non è solo il mandato che Gesù chiede bensì è anche un segno di riconoscenza per tutto quello che Egli opera nella nostra vita e ci provvederà dei risultati benefici che riceviamo sono frutto dell’amore di Dio. Melchisedec era un sacerdote del Dio Altissimo figura di Cristo e benedisse Abramo, il Patriarca come segno di riconoscenza e gli offri la decima di ogni cosa (Eb 7:1-6).


Il credente vive con il costante desiderio di non tradire il suo Signore – Prov. 23:26 “Figliuol mio, dammi il tuo cuore e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie”. È necessario vivere sempre una vita traboccante di Spirito Santo, affinché non facciamo posto al diavolo e alla tentazione. Finché vivremo sulla terra saremo sempre esposti al pericolo, un esempio lo troviamo in uno dei discepoli del Signore, Giuda Iscariota (Mar. 14:10) Il credente vive con il costante desiderio che Dio gli dica di essere stato un fedele servitore – Matt. 25:19-21 “Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro. 20 Colui che aveva ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: “Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. 21 Il suo padrone gli disse: “Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”: 2°Cor. 9:6-13.


Signore, fa che tutti noi entriamo appieno nel piano meraviglioso della Tua opera, nel provare la benedizione immensa del dare e nell’eternità avere la gioia non solo di aver scampato l’anima ma di aver dato tutto noi stessi nell’adempiere la Tua volontà.

Past. Nicola Caponio

di Antonio P.

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